Olfatto e cani da ferma e non da ferma.L'uso è completamente diverso, sebbene entrambi possiedano doti simili.VEDIAMO!
=============================
Nella pagina di Setterfoto.com ho letto un post che ha avuto molte risposte.Ovviamente controverse a seconda della interpretazione e del convincimento dei titolari dei vari interventi.
Voglio dare la mia opinione senza tuttavia commentare il post medesimo che mostra un bel setter che segue una beccaccia nel bosco fiutando la sua pista.
E' corretto questo comportamento o no? A questa domanda alcuni dicono di si e altri dicono di no. Alcuni sostenendo che il cane se risolve l'azione va bene comunque, altri invece criticano l'atteggiamento del cane.
Ebbene che sia chiaro che non stiamo parlando di cani specialisti ma di cani in generale.
Non è dato quindi concedere ad un cane che caccia *beccacce* che non si comporti come un cane che caccia *starne*.
Si può accettare che uno sia più bravo di un altro nelle due discipline ma non di dare rilievo ad un comportamento pregevole o disprezzabile a seconda del selvatico cacciato.
O il cane c'è o non c'è. Perché in tutte le situazioni il soggetto deve avere sempre lo stesso stile e modo di operare. Caso contrario potremmo affermare che un aereo può volare e anche navigare. Insomma arrangiarsi a seconda delle circostanze.
Cominciamo a scomodare i sacri testi: Sir William Arkwright sosteneva che un cane che "raschia" spaventa gli animali e quindi li costringe a scappare rendendo la caccia più faticosa oltre che meno apprezzabile e redditizia. I nostri padri italiani, invece di usare la parola "raschia", usano la parola "scrive" ma vogliono dire la medesima cosa e cioè mettere il naso a terra o presso terra e poi seguire le tracce sul terreno o nell'erba.
Brutto e poco piacevole atteggiamento anche quando porti alla conclusione del punto. Non sto a nominare gli autori perché gli italiani hanno esperienza da vendere,cultura cinofila da gran-prix, gusti nobili e palati sopraffini.
Vorrei però fare uno semplice citazione del sottoscritto ( e scusatemi se mi permetto) che scrisse molti anni fa un articolo sull'olfatto pubblicato dalla rivista Diana. Lo cercherò nella mia biblioteca e pubblicherò tal quale. Non incontrò critica alcuna quindi credo fosse stata accettato e apprezzato universalmente.
Io però non avevo inventato nulla, avevo fatto solo delle riflessioni cui ero arrivato con l'osservazione dei cani *a caccia*. Si a caccia, perché solo sul terreno si fanno alcune scoperte, s'imparano cose nuove si riscoprono cose vecchie e dimenticate.
Per essere breve, parlavo del Megaolfatto e del Microlfatto, cosa che(sostenevo) hanno come dote tutti i cani da caccia e tutti i cani in generale.
Sostenevo che entrambe le caratteristiche coesistono in ogni cane da caccia ma la differenza consiste nel fatto che i CANI DA FERMA usano prevalentemente il MEGAOLFATTO mentre i SEGUGI usano prevalentemente il MICROLFATTO. Tutto in ragione del lavoro che devono svolgere, dato che i primi cercano il selvatico nell'aria attingendo all'odore portato dalla brezza e i secondi la cercano a terra sulle vestigia che lascia l'animale che cammina attaccando molecole alle erbe e alla vegetazione in generale.
Non specifico oltre perché posterò l'articolo che è molto più esplicativo di questa semplice enunciazione.
Nel complesso però sostenevo che entrambe le categorie non difettano delle due caratteristiche di olfattazione ma che è solo prevalente o SUBORDINATA. Cioè viene usata solo in circostanze eccezionali causa intemperie,freddo,caldo,poca vegetazione, etc. per risolvere la traccia. Il segugio infatti "raschia" ma quando arriva nei pressi del covo non lo fa più alzando la testa per individuare il selvatico al covo e ci arriva a testa alta perché la quantità di odore è molto più forte che durante l'accostamento. Quindi scova solo se ha la furberia e l'intelligenza di alzare il tartufo altrimenti va in ...bianco e lascia la lepre nel covo. Il cane da ferma invece fa un tipo di lavoro completamente diverso.Soprattutto in ragione del fatto che corre e non cammina.
Avventa a *testa alta* il selvatico e lo accosta o lo guida ma la testa deve restare sempre alta per arrivare a ridosso dove lui punterà la "carne" non la "pista" al contrario del segugio. Quindi non deve abbassare la testa,non deve cercare l'usta a terra, non deve "raschiare" perché arriverebbe troppo a ridosso del selvatico che,spaventato, pedinerebbe o volerebbe.
Il cane da ferma quindi deve dominare il selvatico tenendo la testa ben alta per attingere da "lontano" al cono di odore che si sparge con il refolo del vento,con la minima brezza, con la leggerezza della sua sostanza.
Non a caso i migliori autori semplificano questa azione paragonandola ad un cono di fumo che si alza da un fuocherello acceso all'aperto. Voi vedrete una nuvoletta compatta appena sopra il fuoco ma che si sfrangia e si allarga mano a mano che sale seguendo la corrente che spira leggera, se forte lo farà molto prima. La colonna diventerà una scia che viene captata dalla papille olfattive da molto lontano, seguita con circospezione o autorità,secondo la razza, e risalita fino ad arrivare alla fonte. Cioè LA CARNE non più l'odore.
Ecco cosa è l'incontro e la guidata o accostata che sia. Avvertire la traccia nell'aria,seguirla e poi arrivare alla fonte che l'ha lasciata. Cosa ha usato il cane da ferma? Il megaolfatto. Non c'è dubbio. Quindi avrà portato la testa alta sull'orizzonte per carpire da molto lontano il sentore e risalirlo fino alla carne. Il segugio invece cosa avrà sentito in terra? La traccia e l'ha seguita fino ad arrivare alla CARNE che avrà avvertito solo alzando il tartufo per arrivare addosso al selvatico e incalzarlo mettendolo in piedi. SE il segugio si fosse ostinato a tenere il naso per terra non avrebbe risolto i falli e avrebbe lasciato la lepre al covo.
Ho scritto forse troppo ma credo fosse necessario per far capire qualità e difetti del cane,in generale. Sia da ferma sia da seguito.
Io sapevo come e cosa scegliere, spero che questo mio scritto serva anche a voi per farlo in seguito.
=============================
Nella pagina di Setterfoto.com ho letto un post che ha avuto molte risposte.Ovviamente controverse a seconda della interpretazione e del convincimento dei titolari dei vari interventi.
Voglio dare la mia opinione senza tuttavia commentare il post medesimo che mostra un bel setter che segue una beccaccia nel bosco fiutando la sua pista.
E' corretto questo comportamento o no? A questa domanda alcuni dicono di si e altri dicono di no. Alcuni sostenendo che il cane se risolve l'azione va bene comunque, altri invece criticano l'atteggiamento del cane.
Ebbene che sia chiaro che non stiamo parlando di cani specialisti ma di cani in generale.
Non è dato quindi concedere ad un cane che caccia *beccacce* che non si comporti come un cane che caccia *starne*.
Si può accettare che uno sia più bravo di un altro nelle due discipline ma non di dare rilievo ad un comportamento pregevole o disprezzabile a seconda del selvatico cacciato.
O il cane c'è o non c'è. Perché in tutte le situazioni il soggetto deve avere sempre lo stesso stile e modo di operare. Caso contrario potremmo affermare che un aereo può volare e anche navigare. Insomma arrangiarsi a seconda delle circostanze.
![]() |
Un "rovescio" spettacolare in allenamento della mia Pointer "Nora della Pania." |
Cominciamo a scomodare i sacri testi: Sir William Arkwright sosteneva che un cane che "raschia" spaventa gli animali e quindi li costringe a scappare rendendo la caccia più faticosa oltre che meno apprezzabile e redditizia. I nostri padri italiani, invece di usare la parola "raschia", usano la parola "scrive" ma vogliono dire la medesima cosa e cioè mettere il naso a terra o presso terra e poi seguire le tracce sul terreno o nell'erba.
Brutto e poco piacevole atteggiamento anche quando porti alla conclusione del punto. Non sto a nominare gli autori perché gli italiani hanno esperienza da vendere,cultura cinofila da gran-prix, gusti nobili e palati sopraffini.
Vorrei però fare uno semplice citazione del sottoscritto ( e scusatemi se mi permetto) che scrisse molti anni fa un articolo sull'olfatto pubblicato dalla rivista Diana. Lo cercherò nella mia biblioteca e pubblicherò tal quale. Non incontrò critica alcuna quindi credo fosse stata accettato e apprezzato universalmente.
Io però non avevo inventato nulla, avevo fatto solo delle riflessioni cui ero arrivato con l'osservazione dei cani *a caccia*. Si a caccia, perché solo sul terreno si fanno alcune scoperte, s'imparano cose nuove si riscoprono cose vecchie e dimenticate.
Per essere breve, parlavo del Megaolfatto e del Microlfatto, cosa che(sostenevo) hanno come dote tutti i cani da caccia e tutti i cani in generale.
Sostenevo che entrambe le caratteristiche coesistono in ogni cane da caccia ma la differenza consiste nel fatto che i CANI DA FERMA usano prevalentemente il MEGAOLFATTO mentre i SEGUGI usano prevalentemente il MICROLFATTO. Tutto in ragione del lavoro che devono svolgere, dato che i primi cercano il selvatico nell'aria attingendo all'odore portato dalla brezza e i secondi la cercano a terra sulle vestigia che lascia l'animale che cammina attaccando molecole alle erbe e alla vegetazione in generale.
Non specifico oltre perché posterò l'articolo che è molto più esplicativo di questa semplice enunciazione.
Nel complesso però sostenevo che entrambe le categorie non difettano delle due caratteristiche di olfattazione ma che è solo prevalente o SUBORDINATA. Cioè viene usata solo in circostanze eccezionali causa intemperie,freddo,caldo,poca vegetazione, etc. per risolvere la traccia. Il segugio infatti "raschia" ma quando arriva nei pressi del covo non lo fa più alzando la testa per individuare il selvatico al covo e ci arriva a testa alta perché la quantità di odore è molto più forte che durante l'accostamento. Quindi scova solo se ha la furberia e l'intelligenza di alzare il tartufo altrimenti va in ...bianco e lascia la lepre nel covo. Il cane da ferma invece fa un tipo di lavoro completamente diverso.Soprattutto in ragione del fatto che corre e non cammina.
Avventa a *testa alta* il selvatico e lo accosta o lo guida ma la testa deve restare sempre alta per arrivare a ridosso dove lui punterà la "carne" non la "pista" al contrario del segugio. Quindi non deve abbassare la testa,non deve cercare l'usta a terra, non deve "raschiare" perché arriverebbe troppo a ridosso del selvatico che,spaventato, pedinerebbe o volerebbe.
Il cane da ferma quindi deve dominare il selvatico tenendo la testa ben alta per attingere da "lontano" al cono di odore che si sparge con il refolo del vento,con la minima brezza, con la leggerezza della sua sostanza.
Non a caso i migliori autori semplificano questa azione paragonandola ad un cono di fumo che si alza da un fuocherello acceso all'aperto. Voi vedrete una nuvoletta compatta appena sopra il fuoco ma che si sfrangia e si allarga mano a mano che sale seguendo la corrente che spira leggera, se forte lo farà molto prima. La colonna diventerà una scia che viene captata dalla papille olfattive da molto lontano, seguita con circospezione o autorità,secondo la razza, e risalita fino ad arrivare alla fonte. Cioè LA CARNE non più l'odore.
![]() |
Allenamento nel "Mezzano" assieme a Sauro Annibali.Detentore dell'Affisso di "Montegranaro" e prima ancora di "Platamona". Dei suoi cani ho potuto riscontrare la mirabile potenza olfattiva. |
Ho scritto forse troppo ma credo fosse necessario per far capire qualità e difetti del cane,in generale. Sia da ferma sia da seguito.
Io sapevo come e cosa scegliere, spero che questo mio scritto serva anche a voi per farlo in seguito.
Commenti