Gli antichi romani,nostri progenitori, avevano grande stima dei cacciatori.Nella loro lingua erano chiamati Venator o Venatores. Da questa parola nacque l’allocuzione “Ars venandi” ovvero l’arte di andare a caccia. Allora la caccia non è un semplice istinto e nemmeno un modo di sostenersi procacciando la selvaggina come cibarie. Tantomeno è uno sport nel vero senso della parola. Lo sport è nato molto dopo e la caccia per sport non esiste. Sempre che si parli di caccia nel senso De Coubertiano del termine. Infatti nessuno va a caccia solo per partecipare, chi ci va vuole assicurarsi il meglio dalla giornata di caccia, dunque non fa sport. S’impegna al massimo delle sue energie e delle sue possibilità. Si può parlare quindi di ancestrale istinto laddove nei propri antenati si riscontri un proverbiale e tenace attaccamento all’attività venatoria. Quando uno abbia un padre o un nonno,uno zio, un cugino o un avo o bisavolo qualunque che aveva grande passione per la caccia si può dire che
Dio mio fa che il mondo torni indietro al tempo in cui la parola d'un uomo era un valore e l'amicizia anche.Un tempo in cui bastava poco per essere felici e poco per imparare a esserlo.