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Visualizzazione dei post da settembre 8, 2013

LA MIA MONTAGNA

Il fulgore delle giornate estive s’irradiava sul paese. Già dalle prime ore un caldo torrido colpiva le case e il selciato, un sole giallo e splendente si alzava da est, come uno specchio rosseggiante. Nessuno poteva resistere restando esposto a quella calura. Si cercava l'ombra accomodandosi su un muretto, uno scalino, per me ditare o chiacchierare con un amico sugli avvenimenti o le cose della campagna. Era il periodo in cui i pastori emigravano con le mandrie e i vaccari portavano gli animali in Sila. Là c'era buona erba e pascoli fiorenti, acqua fresca e soprattutto tanto verde in cui tuffarsi e riposare. Gli uomini godevano quanto gli animali di questo passaggio alla montagna e,talvolta, si portavano dietro i loro figli che aiutavano a custodire gli armenti. Il nonno, già dal giugno aveva fatto fagotto e raggiunto le colline più alte, anzi la montagna. Un calesse, tirato dalla possente cavalla Saura con la striscia bianca in fronte, lo trainava. La nonna sal