Non c'entra nulla la festività se non perché lascia liberi gli uomini dalle loro incombenze e quindi permette una uscita a caccia. Oggi cacciare a Pasqua è impensabile ma fino a qualche dozzina di anni or sono ciò era realtà. In aprile e maggio la caccia era consentita in pianura entro i due chilometri dalla battigia del mare. Sia alle quaglie sia alle tortore. La pianura antistante il mare,le dune, gli uliveti prospicienti,terrazzati su dolci rialzi del terreno e con vista sul mare erano occupati da stuoli di cacciatori. Alcuni appostati dietro un riparo momentaneo altri in movimento coi loro cani da ferma. Spesso questi ultimi si aggiravano nei pressi delle parate per la presa delle quaglie vive. Un aucupio allora permesso che si faceva sotto l'egida dell'istituto I.N.F.S. che era preposto agli studi della migrazione della selvaggina. I selvatici catturati venivano inviati ad Ancona dove erano parte inanellati e liberati, parte consegnati alle associazione cinofile rico
Dio mio fa che il mondo torni indietro al tempo in cui la parola d'un uomo era un valore e l'amicizia anche.Un tempo in cui bastava poco per essere felici e poco per imparare a esserlo.