Per chi nasce in un paese di montagna e segue le evoluzioni delle stagioni,i discorsi degli allevatori e dei contadini e vive il tempo delle semine e delle raccolte, andare per i campi e osservare la natura aiuta a diventare cacciatori. Qualcuno potrebbe dire che anche nelle grandi città sentono la passione della caccia come negli ambienti rurali.E’ vero! Ma i fattori genetici sono recidivanti e gli uomini ricevono l’imprinting dai genitori e parenti come i cani da caccia che diventano cacciatori,i cavalli che imparano a correre e i lupi che imparano a prendere gli agnelli. Allo stesso modo i ragazzi diventano cacciatori.Ne è l'esempio la foto qui a destra di mio figlio Vincenzo, ancora imberbe e senza licenza di caccia, che veniva con me a farsi onore sul terreno. Le quaglie al Lauro non mancavano e il setter le lavorava coscienziosamente. Vincenzo sparava già benone e si vede dal suo carniere di quattordicenne. L’istinto non si può sopprimere anzi si tramanda. Nessuno si
Dio mio fa che il mondo torni indietro al tempo in cui la parola d'un uomo era un valore e l'amicizia anche.Un tempo in cui bastava poco per essere felici e poco per imparare a esserlo.