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LA PRESUNTA FURBERIA DELLA BECCACCIA.

Camogliensi's Diego detto Johnny


Nora della Pania



Molti cacciatori spesso si abbandonano a considerazioni che idolatrano l' oggetto della propria passione venatoria. Forse perché inesperti o forse perché fuorviati da antiche leggende che sono state divulgate da chi li ha preceduti nella caccia di elezione.
Chi non ha letto o sentito parlare della furberia e intelligenza della beccaccia? Io stesso ne rimasi impressionato prima che diventassi più esperto e non cominciassi a studiare il comportamento dello scolopacide traendone però conclusioni che mi fecero ridimensionare questa caratteristica. Ce n'è voluto di tempo e di osservazioni ma infine su molte cose mi sono ricreduto.
Ovviamente ho avuto modo, prima di cambiare opinione, di classificare alcuni comportamenti come occasionali o solo dovuti ad abitudini. Spesso del tutto ovvie ma che sono state falsate solo dal fatto che diventa difficile scovarle o ritrovarle. Specie dopo un involo o dopo una lunga cerca che le fa scomparire dai radar  e dalla sagace cerca degli  ausiliari. Molti cani di esperienza, dotati di buon naso e pervicace ricerca,  spesso aiutano  per occasionali azioni che poi si sono concluse favorevolmente con incontro o involo risultati del tutto ovvi o spesso assolutamente nelle norme.

Tanto per fare un esempio oggi voglio riandare con la mente ad una azione che mi fece ricredere, lasciandomi perplesso su altre occasioni perdute per semplice leggerezza mia personale o dei miei cani ancora non esperti o superficiali nella cerca e nella ribattuta, dopo un involo considerato a torto furberia o intelligenza dell'animale cacciato.
Nel mio abituale territorio di caccia avevo una completa conoscenza dei posti dove battere o ribattere un capo ma spesso capitava di cozzare contro un muro di difficoltà- quando non di superstizione- alimentata dal mito e dalla leggenda.
La beccaccia di cui vi parlo è un esempio palpabile della mia presunzione e della mia superstizione.

C'è un posto che battevo sistematicamente, quando andavo da quelle parti, perché mi aveva sempre reso molto al carniere. Uno o più  capi li avevo sempre incontrati durante le mie battute a stagione avanzata. Questo posto è una macchia di cerro mista ad alberature  e cespugliato con habitat veramente eccelso e quindi molto affidabile.



Il luogo del racconto in vestito ancora autunnale. In seguito le felci si colorano di rame e i boschetti perdono le foglie  e sono
 marroni


Fu avvolto di mistero finché non mi capitò di risolvere l'arcano, ma solo per una serie di combinazioni che spiegherò sperando di rendere l'idea.

Ganado, figlio di Nora e Arrakis della Steccaia

Quella mattina ero in battuta usando due dei miei cani migliori, la Pointer "Nora della Pania" e il Breton "Camogliensi's Diego", detto familiarmente "Johnny".
Lasciata la macchina a distanza, per non produrre avvisi di sorta, mi portai sopra strada e attaccai la cerca da sinistra a destra dove finiva la macchia. Colà era delimitata da una stradetta che s'immergeva nel bosco alto e spoglio che non ritenevo adatto ad una rimessa. I cani andarono svelti all'incontro e fermarono nell'angolo estremo che finiva in un breve triangolo molto sporco fra prugnoli e rosa canina con alberatura di medio alto livello a sovrastare. Roba dove sparare era difficile, restando fuori al pulito prevaleva la convinzione di essere dalla parte meno indicata; si lasciava spazio all'animale per eclissarsi nel fitto sul lato opposto; ma di là non potevo assolutamente sparare essendo segregato dalla parete di vegetazione sopra descritta.
La beccaccia s'involò senza farmi arrivare in posizione, furba com'era o come la ritenevo. Partì lunghetta e si palesò sulla mia destra fra le chiome degli alberi. Le sparai per disperazione fidandomi della mia stoccata. Nulla di fatto, la vidi scartare e pensai che avesse voluto evitare di sbattere contro le fronde, la seguii interessato con lo sguardo vedendola andare lunga e poi girare per compiere il sette di prammatica.Nessuna buttata da evidenziarsi perché aveva stracollato.




La serra dell'Ammarrata


Mi morsi le labbra per la rabbia mandando qualche madonna ad inseguire quella stramaledetta furbissima beccaccia e mi ripromisi di andare a ribatterla anche se mi rendevo conto che mi aveva fatto fesso già altre numerosissime volte. 
Facciamo una breve pausa su questo episodio e passiamo ad un altro che aveva visto me e i cani protagonisti a breve distanza da lì e proprio sotto strada a circa ottanta novanta metri in linea d'aria.
Sotto strada c'era un piccolo stagno artificiale fatto per dare acqua ad un orto. Quando battevo quel terreno era la mia seconda base di cerca. 



Carniere misto,mattina col cane e pomeriggio alla
 scaccia

Carniere misto di beccacce e tordi


Non mi aveva mai tradito perché, attorno alle sponde di quello stagno, circondato da una basso boschetto di quercioli, avevo sempre incontrato. Quando una quando anche due volte. Difficoltà a sparare enormi se si era da soli a servire i cani. In due era tutta un'altra cosa. Ma il boschetto era fitto e basso, cosa da camminarci quasi carponi.Però spesso avevo segnato il punto con una fucilata data alla disperata. Mai permessa la seconda data la vicinanza della strada rotabile e la vegetazione del tutto proibitiva.
Perché facevo la cerca prima della ribattuta della precedente levata? E' presto detto, mi piaceva sempre fare assodare l'animale prima di andare a ribatterlo specie trattandosi di animali impaesati che sapevo essere diventati molto "leggeri". Del resto mai avevo trovato dopo l'involo la precedente e "furba" beccaccia che quindi consideravo persa e buttata fuori portata dalle mie speranze di ritrovamento.
Or dunque, animo e cerchiamo in quel posto poco lontano dove ne trovavo sempre e infallibilmente un'altra. Feci il giro e attaccai il terreno da un'altra parte, i cani si distesero.
Entrando nel boschetto avvertii subito la mancanza di sfrasco, la Pointer era ferma e il Breton mancava essendosi un tantino allargato. Mi chinai e la vidi poco lontano sulle sponde del bozzetto artificiale. Mi chinai e mi accinsi a "gattonare" verso di lei mentre sentivo il Breton ansimare alle mie spalle. Sperai che non s'intromettesse fra me e la cagna o che mi facesse uno di  quei suoi bei consensi naturali.


Susy,eccellente su beccaccia,
 qui in una rovesciata su quaglie africane





 Non ce ne fu bisogno perché la cagna forzò... almeno mi parve che lo facesse e me ne meravigliai. Non però per lungo tempo quando vidi la beccaccia che svolazzava con un'ala penzolante. Il Breton drizzò le orecchie  e si precipito in aiuto alla Pointer che faceva prove di ginnastica ritmica saltando per aria senza potere abboccare.  Presto la beccaccia fu nelle fauci del Breton, più vecchio ed esperto, e portata correttamente al sottoscritto meravigliato e incredulo.
Conclusioni: Io avevo cacciato più volte la solita beccaccia che trovavo nella prima rimessa e si metteva sulla seconda oppure cacciavo sulla seconda e si rimetteva sulla prima. A seconda degli orari o del suo capriccio o, molto più facilmente, del disturbo patito durante la giornata a causa di cani o predatori a due o quattro zampe.
Il mistero fu chiarito da una fucilata, buttata lì per frustrazione, che aveva raggiunto ad un'ala la beccaccia.



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