Da tempo mi frullava nel cervello di dover scrivere qualcosa su un personaggio della mia giovinezza. Giosafat Tallarico, un brigante dai trasorsi particolari e dalla personalità molto forte che aveva avuto una vita avventurosa sui contrafforti della Sila.
Non volevo certo raccontare la sua storia, già cosa fatta da studosi molto più bravi di me. Primo fra altri il Prof. Nicola Misasi da Cosenza.
Io volevo solo trovare un punto di contatto fra lui,la mia terra, un motivo per cui si diventa briganti e il *suo* modo di essere brigante senza mai essere stato catturato o condannato. La fine di Giosafat,infatti, arrivò con una onorevole resa con l'onore delle armi al re Borbone stanco di perdere soldati fra le selve della Sila, sconfitti regolarmente dalla bande di Josafat.
Allora ho inventato la conoscenza improbabile con questo personaggio per parlare di lui ma soprattutto della mia terra ( e della sua), di caccia,vera caccia cacciata. La conoscenza per altro risulta assolutamente impossibile perché lui nacque oltre un secolo prima di me e batteva,con molta probabilità, ben altre contrade di quelle battute da me durante le mie cacciate. Non di meno si tratta sempre di contrade silane che io conosco come le mie tasche e lui vi faceva lo scorridore. Non escludo totalemnte che sia arrivato anche fino ai territori dove io l'ho collocato.
La sua occasionale conoscenza avviene dopo una cacciata alle quaglie.Ci parliamo, entriamo in sintonia e scopriamo di essere -quasi- parenti e innamorati persi della caccia. Di qualla con la "C" maiuscola.
Da qui parte un invito a fare una battuta coi "suoi" cani. Figli di cani leggendari che,guarda com'è strano il destino,erano di prorietà di mio padre che li aveva importati dagli Stati Uniti quando era rimpatriato, anziano e possidente, per sistemarsi in Sila nel paese dove io nacqui.
La battuta di caccia si rivela un'apoteosi di quei segugi che condannano i due a diventare amci. Anzi no, parenti perchè Giosafat ha una nipote, bellissima, intelligentissima e cacciatrice come lui e come me..... da qui strane cose si scopriranno, tragedie,parentele, amicizie, e drammi conditi da una storia d'amore che è un colpo di fulmine.
Beccacce, coturnici,lepri saranno attori anzi comprimari di queste avventure poichè tutto si svolge con la doppietta sulla spalla e compagni di caccia veri,singolari ma di grande fascino..........
Il resto una altra volta........ a meno che non vogliate acquistare il mio romanzo che vi farà sognare portandovi su plaghe sconosciute ma abitate e animate di tutto il ben di Dio che un cacciatore, ma anche un uomo qualunque, può desiderare.
Non volevo certo raccontare la sua storia, già cosa fatta da studosi molto più bravi di me. Primo fra altri il Prof. Nicola Misasi da Cosenza.
Io volevo solo trovare un punto di contatto fra lui,la mia terra, un motivo per cui si diventa briganti e il *suo* modo di essere brigante senza mai essere stato catturato o condannato. La fine di Giosafat,infatti, arrivò con una onorevole resa con l'onore delle armi al re Borbone stanco di perdere soldati fra le selve della Sila, sconfitti regolarmente dalla bande di Josafat.
Allora ho inventato la conoscenza improbabile con questo personaggio per parlare di lui ma soprattutto della mia terra ( e della sua), di caccia,vera caccia cacciata. La conoscenza per altro risulta assolutamente impossibile perché lui nacque oltre un secolo prima di me e batteva,con molta probabilità, ben altre contrade di quelle battute da me durante le mie cacciate. Non di meno si tratta sempre di contrade silane che io conosco come le mie tasche e lui vi faceva lo scorridore. Non escludo totalemnte che sia arrivato anche fino ai territori dove io l'ho collocato.
La sua occasionale conoscenza avviene dopo una cacciata alle quaglie.Ci parliamo, entriamo in sintonia e scopriamo di essere -quasi- parenti e innamorati persi della caccia. Di qualla con la "C" maiuscola.
Da qui parte un invito a fare una battuta coi "suoi" cani. Figli di cani leggendari che,guarda com'è strano il destino,erano di prorietà di mio padre che li aveva importati dagli Stati Uniti quando era rimpatriato, anziano e possidente, per sistemarsi in Sila nel paese dove io nacqui.
La battuta di caccia si rivela un'apoteosi di quei segugi che condannano i due a diventare amci. Anzi no, parenti perchè Giosafat ha una nipote, bellissima, intelligentissima e cacciatrice come lui e come me..... da qui strane cose si scopriranno, tragedie,parentele, amicizie, e drammi conditi da una storia d'amore che è un colpo di fulmine.
Beccacce, coturnici,lepri saranno attori anzi comprimari di queste avventure poichè tutto si svolge con la doppietta sulla spalla e compagni di caccia veri,singolari ma di grande fascino..........
Il resto una altra volta........ a meno che non vogliate acquistare il mio romanzo che vi farà sognare portandovi su plaghe sconosciute ma abitate e animate di tutto il ben di Dio che un cacciatore, ma anche un uomo qualunque, può desiderare.
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