Molti immaginano il Breton come un cane da riporto, al massimo come un cagnetto tutto fare che spesso trova gli animali da penna e li punta e spesso anche quelli da pelo e li scova abbaiandogli dietro.
Insomma una specie di magico condensato in un briciolo di cane che dovrebbe soddisfare il cacciatore sparatutto con qualche latenza da cacciatore codaiolo. Come dire mi piace il cane,mi piacerebbe, mi piaceva.Meglio se ne prendo uno a metà così se ce l’ho mi fa compagnia e mi serve in qualche maniera mentre, se non ce l’ho, lo rimpiangerei sia quando mi servirebbe sia quando dovrebbe farmi almeno compagnia.
Tutto sbagliato. Punto e a capo. Ricominciamo a parlare del Breton, quello vero. Perché dico quello vero? Facile, semplice. Il Breton vero non è quello descritto sopra. E’ tutta un’altra cosa. Forse in antico somigliavano a quella cosa lì ma da almeno 30/40 anni non gli somigliano più per nulla. Non è che abbiano perso il vizio di cacciare tutta e dico tutta la selvaggina, da penna e da pelo, ma non sono quei piccoletti,simpatici e flemmatici, sbarazzini e birichini animaletti che l’immaginario collettivo ancora conserva.
Sono un’altra cosa. Sono quello che lo standard ufficiale di quel cane ha stabilito e che gli uomini/cacciatori di buona volontà hanno costruito con ingegnosi incroci e selezioni rigorose. Non hanno nulla da invidiare ai prestigiosi Setter e Pointer dalla lunga falcata. Sono velocissimi sia pure con quella falcata corta e l’andatura sgroppante data dal dorso estremamente compatto.
Questo sopra è un bell’esempio di un soggetto bianco nero della famiglia di cani che ho usato io a beccacce. Ho avuto il capostipite da un amico allevatore,serio e coscienzioso, di Camogli,Liguria; conosciuto alle prove sul terreno e con cui mi accompagnai a caccia in Polonia a Starne con quei prestigiosi soggetti. Quello sopra glielo feci vendere ad un amico della Romagna che cercava roba di prima categoria.
Per avere quei soggetti ci si deve rivolgere a chi sa fare il suo lavoro di allevatore. Ad un esperto e sportivo utilizzatore che faccia le prove di lavoro e che ottiene i certificati dell’abilità venatorio dei suoi cani.
Quando si entra in possesso di un soggetto di quelle genealogie si osserverà che il “piccolo” cane non è un nanetto ma un vero atleta, una specie di Yuri Checchi delle razze canine.
Avrà anche naso sviluppatissimo, ferma, consenso e riporto spontanei. Insomma tutte le qualità che ne fanno un vero e proprio cane da ferma con tutti gli attributi.
Io ne ho avuti parecchi, l’ultimo era perfetto. Forse perché mi era venuto in mano ormai nella maturità di uomo cacciatore e soprattutto con competenze abbastanza distinte di addestratore, senza fretta e senza violenza.
Quel cane si rivelò eccellente per le sue doti naturali e assolutamente malleabile nell’addestramento e disponibile nella
collaborazione. Aveva un’intelligenza venatoria superba come si conviene ad un grande Breton e una resistenza alla fatica che mai alcun cane che ebbi aveva saputo raggiungere. Il Breton, se di ottima fattura, non rappresenta un problema all’addestramento, fa tutto con spontaneità.
Lo si deve redarguire senza abusarne,lo si deve punire sgridandolo e legandolo al guinzaglio per privarlo della libertà,cosa che apprezza moltissimo,mai usando mezzi coercitivi che lui non capirebbe. E’ un nostro amico e vuol fare tutto ciò che noi vogliamo da lui ma siamo noi i colpevoli a non saperglielo spiegare non è lui che non capisce.
Se noi avessimo la dote di abbaiare e quindi parlare la sua lingua lui direbbe a noi certo,lo faccio subito perché ti voglio bene.
Portatelo a caccia quando è maturo,non prima degli otto mesi. Tenetelo sempre con voi,in casa,in macchina,a passeggio col guinzaglio corto, abituatelo a stare al dietro, sia nei campi sia in città. Diventerà la vostra ombra e sarà come il genio della lampada di Aladino:”Comanda padrone”.
Qui sotto la mappa geo topografica stradale delle mie colline.Le colline della luna. Qui ho cacciato per 50 lunghi anni perseguendo beccacce coi miei cani, qualche volta in compagnia, spesso solo. Coi miei cani comunque la compagnia era la migliore in assoluto.
Insomma una specie di magico condensato in un briciolo di cane che dovrebbe soddisfare il cacciatore sparatutto con qualche latenza da cacciatore codaiolo. Come dire mi piace il cane,mi piacerebbe, mi piaceva.Meglio se ne prendo uno a metà così se ce l’ho mi fa compagnia e mi serve in qualche maniera mentre, se non ce l’ho, lo rimpiangerei sia quando mi servirebbe sia quando dovrebbe farmi almeno compagnia.
Tutto sbagliato. Punto e a capo. Ricominciamo a parlare del Breton, quello vero. Perché dico quello vero? Facile, semplice. Il Breton vero non è quello descritto sopra. E’ tutta un’altra cosa. Forse in antico somigliavano a quella cosa lì ma da almeno 30/40 anni non gli somigliano più per nulla. Non è che abbiano perso il vizio di cacciare tutta e dico tutta la selvaggina, da penna e da pelo, ma non sono quei piccoletti,simpatici e flemmatici, sbarazzini e birichini animaletti che l’immaginario collettivo ancora conserva.
Sono un’altra cosa. Sono quello che lo standard ufficiale di quel cane ha stabilito e che gli uomini/cacciatori di buona volontà hanno costruito con ingegnosi incroci e selezioni rigorose. Non hanno nulla da invidiare ai prestigiosi Setter e Pointer dalla lunga falcata. Sono velocissimi sia pure con quella falcata corta e l’andatura sgroppante data dal dorso estremamente compatto.
Questo sopra è un bell’esempio di un soggetto bianco nero della famiglia di cani che ho usato io a beccacce. Ho avuto il capostipite da un amico allevatore,serio e coscienzioso, di Camogli,Liguria; conosciuto alle prove sul terreno e con cui mi accompagnai a caccia in Polonia a Starne con quei prestigiosi soggetti. Quello sopra glielo feci vendere ad un amico della Romagna che cercava roba di prima categoria.
Per avere quei soggetti ci si deve rivolgere a chi sa fare il suo lavoro di allevatore. Ad un esperto e sportivo utilizzatore che faccia le prove di lavoro e che ottiene i certificati dell’abilità venatorio dei suoi cani.
Quando si entra in possesso di un soggetto di quelle genealogie si osserverà che il “piccolo” cane non è un nanetto ma un vero atleta, una specie di Yuri Checchi delle razze canine.
Avrà anche naso sviluppatissimo, ferma, consenso e riporto spontanei. Insomma tutte le qualità che ne fanno un vero e proprio cane da ferma con tutti gli attributi.
Io ne ho avuti parecchi, l’ultimo era perfetto. Forse perché mi era venuto in mano ormai nella maturità di uomo cacciatore e soprattutto con competenze abbastanza distinte di addestratore, senza fretta e senza violenza.
Quel cane si rivelò eccellente per le sue doti naturali e assolutamente malleabile nell’addestramento e disponibile nella
collaborazione. Aveva un’intelligenza venatoria superba come si conviene ad un grande Breton e una resistenza alla fatica che mai alcun cane che ebbi aveva saputo raggiungere. Il Breton, se di ottima fattura, non rappresenta un problema all’addestramento, fa tutto con spontaneità.
Lo si deve redarguire senza abusarne,lo si deve punire sgridandolo e legandolo al guinzaglio per privarlo della libertà,cosa che apprezza moltissimo,mai usando mezzi coercitivi che lui non capirebbe. E’ un nostro amico e vuol fare tutto ciò che noi vogliamo da lui ma siamo noi i colpevoli a non saperglielo spiegare non è lui che non capisce.
Se noi avessimo la dote di abbaiare e quindi parlare la sua lingua lui direbbe a noi certo,lo faccio subito perché ti voglio bene.
Portatelo a caccia quando è maturo,non prima degli otto mesi. Tenetelo sempre con voi,in casa,in macchina,a passeggio col guinzaglio corto, abituatelo a stare al dietro, sia nei campi sia in città. Diventerà la vostra ombra e sarà come il genio della lampada di Aladino:”Comanda padrone”.
Qui sotto la mappa geo topografica stradale delle mie colline.Le colline della luna. Qui ho cacciato per 50 lunghi anni perseguendo beccacce coi miei cani, qualche volta in compagnia, spesso solo. Coi miei cani comunque la compagnia era la migliore in assoluto.
Commenti