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I Setters

Pianigiani'S Klaus il campione del mio amico Arch. Enrico Carli. Discendente dalla stessa geneaologia del mio Red,a cui somiglia molto nelle forme,nella maschera e toppatura, ha avuto la fortuna di incontrare un grande addestratore che lo ha portato al campionato. Da questa foto si può desumere il perchè il setter si chiama così traducendo alla lettera la parola "setting" in "sedersi".Il vero setter di classe e di ottima genealogia dovrebbe sempre eseguire ferme di tale postura o almeno molto,molto flesse;altrettanto dovrebbe fare guidando gli animali con morbidezzza e calma,mai scattando, mai stando in piedi ma cercando di nascondersi alla vista del selvatico.Così come fa qualunque felino in caccia dal quale il setter assume l'atteggiamento.



Daisy di Montegranaro,la mia superba femmina dal naso potentissimo.Mai visto un olfatto simile.










Dolly,sorella della precedente ma di una cucciolata seguente.Qualità e mantello uguale tranne nel colore.La prima bianco-fegato, la seconda bianco-nera. Questa cagna di grande valore portata in Polonia sulle Starne in soli due giorni andò a posto apprendendo facilmente quanto doveva fare per effettuare battute di caccia al massimo livello. Le due cagne erano dotate di potenza olfattiva straordinaria che permetteva ferme fuori tiro del fucile.Le gattonate e le guidate erano da brividi.













"Arno di Val d'Idice" il

progenitore di una grande dinastia di setter.Qui al guinzaglio di Gino Botto prima di una gara a Starne a "Bolgheri".La foto fu fatta da me personalmente nei primi anni che venni in Toscana.







Il famoso Gyp che fu il mio primo setter.Acquistato dall'allevamento di Platamona che allevava anche Pointer di gran valore.Il canile in seguito cambiò denominazione allevando solo setter con affisso: "Allevamento di Montegranaro".
Lui fu il mio primo cane da ferma.Mi seguì in tutta Italia cacciando e trovando per me:Beccacce,Starne,Fagiani,Quaglie e Coturnici. Fermatore,riportatore,recuperatore,consenso spontaneo e intelligenza venatoria senza pari.Molto duttile all'addestramento quanto duro a cominciare a fermare.Un percorsista naturale che mi fece divertire anche nelle poche prove di lavoro alle quali lo presentai. Qui sopra é in provincia di Pisa in una prova su Quaglie liberate.
Assieme al Pointer il mio cane preferito é stato Il Setter.Ne sentivo parlare continuamente da mio padre il quale vantava conoscenze di genealogie che risalivano ai cani di LLewellyn.Un setter di quella famiglia lo accompagnò anche in Italia.Si chiamava Sport ed era un bianco arancio di taglia elevata che,purtroppo, non incontrò i favori dei suoi amici cacciatori nè della famiglia. I tempi erano difficili e sostenere un cane così grosso immagino che dovesse costare fatica.Una delle qualità più ricercate a quei tempi era la taglia ridotta di ogni soggetto.Non di meno papà ne parlava con orgoglio e affetto poichè conosceva le qualità del cane. Mi diceva che veniva impiegato anche nella caccia in acqua nei laghi e nei fiumi per effettuare riporti difficili.In seguito non ne ebbe altri fino all'arrivo di Fido. Era una setter bianco nero picchiettato che gli era stato dato, in cambio di un segugio, da un caro amico di Crotone, il Preside Bellusci del liceo crotonese.IL setterino diventò presto il beniamino di tutti anche delle mie sorelle che lo ricordano con affetto a causa della sua dolcezza,dell'estrema educazione, della disponibilità ad esaudire ogni desiderio e obbedire ad ogni ordine.Un vero gioiello.Peccato che arrivò in casa troppo presto perchè io ne godessi le doti, dato che avevo si e non 6/7 anni ,o troppo tardi perchè mio padre ormai andava poco a caccia preso dal lavoro e stanco per le preoccupazioni di mantenere una numerosa famiglia.Il cane quindi usciva in campagna assieme al nostro operaio che conduceva la mula coi carichi di lavoro.Raccontava quel giovane che non si stancava mai di cacciare nei lati strada,nei gerbidi prima e nei seminativi poi trovando e puntando numerose quaglie. Purtroppo questa vita vagabonda lo espose a rischi mortali.A quel tempo erano numerose le vipere e una gli assestò un morso sul muso riducendolo in fin di vita.Rientrò a casa, si mise in un canto accucciato.Nessuno si spiegava il perchè di questo suoi contegno essendo stato sempre energico e attivo.La notte salì al piano superiore,entrò nella camera da letto di mio padre e gli leccò le mani per svegliarlo.Dopo poco morì acciambellato sul tappeto.Furono lacrime da parte di tutti e disperazione per non avere capito in tempo utile ciò che era accaduto.Da lì in poi di setter si sentiva solo parlare finchè io non cominciai ad andare a caccia e riuscii a procurarmi il primo setter di cui parlerò in seguito. Qui mi preme ricordare chi mi fornì i soggetti che usai e mostrare alcune foto dei campioni o dei potenziali campioni o dei figli dei medesimi che furono quelli dai quali ebbi i cani che mi fecero felice a caccia.
L'immagine ritrae il mio carissimo amico Francesco Arata di Camogli (GE),titolare dell'allevamento "Camogliensi's", con una trilogia di ottimi setters di vari colori.Con lui ebbi rapporti di collaborazione avendone dei cuccioli eccellenti e ricambiandolo con una eccellente fattrice: "Dolly di Montegranaro".Da essa trasse cucciolate di grandi cani.La sfortuna andò a cercarlo nottetempo quando ignoti malfattori forzarono il cancello del canile rubandogli ben quaranta soggetti fra cui la Dolly.Ovvio che lo fecero per la nomea che si erano fatti i suoi cani.Alcuni figli della Dolly erano pronti per il campionato.








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Il mio primo setter fu "Here del Feltrino" detto "Gyp",eccellente cane da caccia,infaticabile e grande recuperatore oltre che esploratore di boschi e macchie senza pari.Con lui feci l'esordio nel mondo dei cani da ferma imparando i segreti dell'addestramento,della conduzione del cane e l'uso generico e specifico.Fu un cane con grande fondo,dotato di estrema determinazione.Facile da addestrare difficile convincerlo a fermare perchè sempre pieno di furore nella cerca vasta e perspicace.Involava e inseguiva di tutto.Alcuni amici mi dissero che sarebbe stato sicuramente inservibile data la sua caparbietà a non volere fermare la selvaggina.Una sera però,in una piana di Crotone piena di quaglie,decise che era il momento di farlo.Restò bloccato;davanti aveva una coppia che volò e lui le guardò senza rincorrere.Era arrivato il momento che aspettavo e lui mi ripagava della mia pazienza e dei sacrifici fatti per portarlo in addestramento per tutta l'estate.Da allora mai più sfrullò un animale.Fermava e aspettava fino al mio arrivo attendendo comandi.Dopo la fucilata con buon esito nessun animale andava perduto; se aveva allungato in volo perchè ferito veniva ritrovato con grande facilità.Aveva un sesto senso per il recupero.Partiva e tornava solo dopo avere trovato il capo di selvaggina.


















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